Dal 2015 le dimissioni sono valide solo se i dipendenti hanno inviato al datore di lavoro tramite il portale del Ministero del Lavoro la cosiddetta comunicazione telematica di dimissioni. In pratica, però, capita sempre più spesso che i dipendenti non si presentino più al lavoro senza inviare una comunicazione formalmente corretta. In questi casi, i datori di lavoro non avevano altra scelta che licenziare il dipendente. Ciò tuttavia comporta una certa quantità di costi aggiuntivi per i datori di lavoro.
Inoltre, i dipendenti che si dimettono volontariamente non hanno diritto all'indennità di disoccupazione. I dipendenti che vengono licenziati, d'altra parte, invece ne hanno diritto. Questa scappatoia legale è stata utilizzata anche da molti dipendenti in passato. A partire dal 2025 non sará piú cosí.
Cosa c'è di nuovo:
Se un dipendente si assenta senza giustificazione per un periodo superiore a quello specificato nel contratto collettivo applicabile o, in mancanza di tale periodo, si assenta ingiustificatamente per più di 15 giorni, il rapporto di lavoro si considera risolto dal dipendente. Si tratta, infatti, di una risoluzione tacita e il datore di lavoro non deve più effettuare un licenziamento. Di conseguenza, il dipendente può essere "cancellato" anche senza le dimissioni telematiche da parte del dipendente. L'intenzione di risolvere il rapporto di lavoro deriva dalle azioni del dipendente.
Naturalmente, ciò non si applica se il dipendente può dimostrare di non essere stato in grado di comunicare i motivi della sua assenza per cause di forza maggiore o colpa del datore di lavoro.
Il datore di lavoro deve inoltre segnalare il caso in anticipo all'ispettorato del lavoro . L'ispettorato del lavoro ha quindi la possibilità di esaminare in dettaglio le circostanze specifiche.
La disposizione appena descritta entrerà in vigore dal 12 gennaio 2025. Tuttavia, molti aspetti operativi non sono ancora chiari. Pertanto, ogni singolo caso dovrebbe essere considerato nel suo merito e non dovrebbero essere prese decisioni affrettate.
Se avete casi di questo tipo nella vostra azienda, vi consigliamo comunque di contattare il vostro consulente del lavoro, discuterne il caso e trovare insieme la soluzione migliore.